PERCORSO INNAMORATI DI TE:

 "LE EMOZIONI"

Le emozioni sono stati mentali e fisiologici associati a modificazioni psicofisiologiche a stimoli interni o esterni, naturali o appresi quali: aumento o diminuzione della sudorazione, l’accelerazione del ritmo respiratorio, l’aumento o il rilassamento della tensione muscolare, variazioni pulsazioni cardiache.

1. Il neonato evidenzia le emozioni descritte sopra che vengono definite "innate" o “primarie”: rabbia, paura, gioia, tristezza

2. Entro i primi cinque anni di vita manifesta altre emozioni dette “secondarie” quali vergogna, ansia, gelosia, invidia. L'evoluzione delle emozioni consente al bambino di comprendere la differenza tra il mondo interno ed esterno, oltre a conoscere meglio se stesso.

3. Dopo il sesto anno di età, il bambino è capace di mascherare le sue emozioni e di manifestare quelle che si aspettano gli altri da lui. A questo punto dello sviluppo il bambino deve imparare a controllare le emozioni, soprattutto quelle ritenute socialmente non convenienti, senza per questo indurre condizioni di disagio psicofisico.

La loro principale funzione consiste nel rendere più efficace la reazione dell'individuo a situazioni in cui si rende necessaria una risposta immediata ai fini della sopravvivenza, reazione che non utilizzi cioè processi cognitivi ed elaborazione cosciente.

Nonostante il controllo che esercitiamo, in noi affiorano e scompaiono emozioni ad ogni istante anche quelle che giudichiamo negative come la rabbia, la gelosia, l’invidia, l’odio... comunque le percepiamo in noi, anche se vorremmo sentire in noi solo amore, pace, gioia, felicità. E di qui il contrasto fra le emozioni e il pensiero che vorrebbe controllarle e che spesso le giudica. Il grande regalo delle emozioni è di riportarci al qui ed ora. Certo, se invece di accettare ciò che sentiamo, ci pensiamo sopra e giudichiamo, al posto di percepire “ciò che c’è”, avvertiamo solo il conflitto che creiamo in noi. Impariamo allora ad ascoltarci e a permettere alle emozioni di esprimersi, manifestarsi liberamente, per poi vedere cos’è opportuno fare. Anche se razionalmente sappiamo che le emozioni sono stati d’animo che vanno e vengono, ad un livello primordiale ci identifichiamo con esse ed è per questo che abbiamo paura: è differente sentire di avere un’emozione di aggressività che pensare di essere aggressivi. Allora alleniamoci a disidentificarci e a percepire le emozioni come “altro da me”. Anche imparare ad esprimersi diversamente con noi stessi quando ci troviamo dentro un emozione può aiutarci a viverle diversamente; possiamo cominciare per esempio a dire invece che “sono arrabbiato”, “mi sento arrabbiato”.

Prima di comprendere tutto ciò l’uomo vive con grande imbarazzo questi aspetti negativi di sé e cerca di coprirli costruendosi un’immagine ideale con cui si propone di offrire al mondo aspetti di sé accettabili e apprezzabili, diventando dipendente dall’approvazione e accettazione altrui.

Diventare consapevoli di questo meccanismo vuol dire darsi la possibilità di scegliere di non cadere più negli abituali modi di reazione, creando lo spazio per fare nuove scelte ed impostare la vita su piani diversi, seguendo un corso evolutivo.

Dott.ssa Chiara Lodovici

Laureata in psicologia indirizzo clinico, consulente in relazione d’aiuto, formatrice, esperta in tecniche di riequilibrio psicofisico, esperta in psicosomatica spirituale, Master Reiki.